Dal debutto a Savona fino ai palcoscenici internazionali, Renata Scotto ha incantato con la sua voce inconfondibile.
Nella quiete della notte di Ferragosto, la lirica mondiale ha perso una delle sue stelle più luminose: Renata Scotto, il soprano che con il suo timbro limpido, agile e duttile ha conquistato le platee di tutto il mondo, specialmente con le opere belliniane.
La Scotto, scomparsa all’età di 89 anni nella sua residenza di New York, non è stata solo una voce ma un vero pilastro dell’opera. La sua vasta gamma canora si è accompagnata a una passione per la regia e l’insegnamento, culminata con la fondazione dell’Accademia Operistica a Savona nel 1997.
L’intramontabile stella della lirica
Placido Domingo, uno dei suoi partner più frequenti sul palco, l’ha definita “Una dei più grandi cantanti lirici di tutti i tempi“, ricordando la loro amicizia e le oltre 100 rappresentazioni insieme.
Le sue radici a Savona l’hanno vista debuttare giovanissima, a soli 18 anni, come Violetta Valery in “La traviata“. Ma è nel 1957 che la sua carriera ha avuto una svolta epocale: sostituendo l’inarrivabile Maria Callas in “La sonnambula” a Edimburgo, il mondo l’ha scoperta e applaudita, portandola sulle scene più prestigiose, come il Metropolitan Opera e la Royal Opera House.
La fine di un inno alla lirica italiana
Il suo continuo evolversi artistico l’ha vista abbracciare ruoli drammatici come Elisabetta di Valois in “Don Carlos” e la Gioconda, ma anche cimentarsi nella regia di opere iconiche come “Madama Butterfly” e “La traviata“. Tra i molti riconoscimenti ricevuti spicca l’Emmy Award nel 1995.
Pur vivendo negli Stati Uniti negli ultimi anni, Renata Scotto ha sempre portato nel cuore l’Italia e la sua amata Savona. La sua luce, anche se ora spenta, continuerà a brillare nell’universo lirico e nei cuori di chi l’ha amata e ascoltata.